Nelle scorse settimane Armine Harutyunyan, modella di Gucci, è stata al centro di una campagna di odio sul web a causa del suo aspetto fisico.

Secondo fonti mai realmente verificate, sarebbe stata inserita dalla stessa Gucci tra le 100 ragazze più sexy del 2019 o addirittura di sempre (pare però che una lista del genere non sia mai esistita… Ops!).

Questo fatto, vero o immaginario, è bastato a innescare la furia del web.

Armine Harutyunyan, che non è di certo il primo caso di bellezza non convenzionale sulle passerelle dell’alta moda, è stata sommersa da una pioggia di post e messaggi discriminatori a causa del suo aspetto.

La vicenda

Tutto comincia nel 2019 quando la modella di origini armene Armine Harutyunyan debutta sulla passerella di una delle principali sfilate di Gucci di quell’anno: la presentazione della collezione primavera/estate 2020 alla Fashion Week di Parigi.

A volerla era stato Alessandro Michele, direttore artistico di Gucci, proprio per testimoniare un modello di bellezza differente – per affermare che bello non è solo “quello che piace a tutti”.

Quell’occasione ha segnato la svolta per Armine, come dimostra la vertiginosa ascesa dei follower sui suoi social.

Tra di essi però c’erano anche parecchi hater (quelli che su social sfogano il proprio odio insultando altre persone, solitamente note o famose) che hanno scatenato una vera e propria campagna di body shaming nei confronti della modella a causa del suo aspetto.

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Anche le modelle possono essere vittime di Body Shaming

Il body shaming, o derisione del corpo, è

Il fatto di deridere qualcuno per il suo aspetto fisico […] è un ciclone di commenti offensivi, sarcastici e velenosi, su chi si mostra “troppo grasso”, “troppo magro” o semplicemente ha un corpo che non corrisponde ai parametri imposti dalla società. (Treccani).

Proprio quello che è accaduto alla giovanissima (appena 23 anni) modella di origini armene: tutti gli attacchi che le sono stati rivolti infatti erano basati sulla sua presunta inaderenza a non meglio precisati canoni di bellezza riconosciuti.

Lei ha risposto così:

“Credo che le persone siano spaventate da tutto quello che è diverso. A parole è facile essere aperti al nuovo ma poi, quando si trovano davanti a qualcosa che non capiscono, non sanno come reagire attaccano. Per questo dico che non vale la pena preoccuparsi di loro: hanno solo paura”.

Ma sono anche tantissime le persone, anche famose, che si sono schierate al fianco della modella nella lotta agli stereotipi. Chi ha diritto di decidere cosa è bello e cosa no?

Internet? Le case di moda? Gli influencer? No di certo. Nessuno può stabilirlo, ma tutti si sentono autorizzati a criticare.

E se perfino una modella come Armine Harutyunyan (che sfila per Gucci, mica per il bazar sotto casa) può essere vittima di body shaming, chi è al riparo?

Nessuno.

Perciò è inutile rincorrere un canone estetico che non ci appertiene solo per piacere agli altri o rincorrere una moda: ci sarà sempre qualcuno a cui non piacciamo.

Allora, l’importante è piacere innanzitutto a se stesse. E sapere che, se non ci piacciamo, possiamo concederci la possibilità di cambiare usando tutti i mezzi a nostra disposizione, dall’acconciatura, al trucco, all’abbigliamento, alla medicina estetica.

Shibumi: essere belli è stare bene con se stessi

Noi di Shibumi siamo esperti di bellezza: siamo abituati a scorgerla in tutte le persone che si affidano alle nostre cure, anche quando loro stesse sembrano non vederla.

Il nostro compito è valorizzare, rendere l’immagine esteriore più coerente a quella interiore: perché l’unica bellezza possibile è quella che ci fa sentire bene e in armonia con noi stesse.

Ti vogliamo come tu ti vuoi.

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